Se
qualcuno in queste giornate
afose ( in Agosto a Milano è tremendo ) e calde volesse fare un
bel weekend, io consiglio la
Liguria, raggiungibile in un
paio di ore da Milano, meta il
Golfo dei Poeti.
Forse
è tutto un equivoco, chiamare
Golfo dei Poeti questo mare
tra Lerici e Portovenere, con
l'isola del Tino e la Palmaria,
forse è presuntuoso e al
tempo stesso modesto; come se
questa terra avesse bisogno
delle poesie per riscattarsi
da una normalità prosaica. I
poeti, qui, il mare se li
mangia. Shelley annegò tra le
onde, scaraventato negli
abissi dal veliero Ariel,
durante una tempesta in un
nero pomeriggio di tanti anni
fa ( l'8 luglio del 1822 ). Il
poeta, che corteggiava la
morte meditando nei cimiteri
in chiare notti d'estate,
venne rovesciato a terra dalla
burrasca e a causa delle
leggi di quarantena che
riguardavano i cadaveri dei
naufraghi - bruciato su un
rogo di pino. Quasi un rito
romantico-pagano, con Byron (e
Leigh Hunt, e Trelawny) che
spargeva sale, incenso e vino
sulla salma ardente. Cupe
tragedie affondate nei tempi.
Ma solo otto anni fa Gino
Patroni, poeta di Calembour ,
"Verrà la morte e avrà
i tuoi gnocchi ", "
Ed è subito pera ",
" Ho raccolto un naufrago
a Pago Pago, mi ha detto
grazie
grazie
" e altre sublimi
sciocchezze), se n'è andato
con un rantolo, solo, a La
Spezia raggiante di sole. Le
cronache da Azienda di Soggiorno
dicono che qui i poeti sono
come il rosmarino lucente sui
poggi. Montale, Sereni, Byron,
perfino Petrarca: la calamita
del Golfo li ha risucchiati e
le bellezze che vediamo oggi
hanno funzionato da lievito di
parole che risuonano ancora
nelle nostre malinconie. Ma,
sia chiaro, è tutto un
equivoco, Il bello profondo di
questi posti, di Lerici,
Portovenere, Tellaro,
Fiascherino, è che sono un
ponte tra due identità: la
Liguria di levante,e una terra
che è politicamente corretto
chiamare Toscana ( la
Lunigiana ), ma che è
qualcosa di specifico e raro,
come tutte le micro-patrie. Si
possono frequentare questi
posti senza avere coscienza né
dello stemperarsi delle
culture né dei grandi nomi
che hanno eletto rocce e mare
rifugio di intelligenze e
inquietudini. Nel Golfo si può
venire da beati analfabeti:
magari perché non è distante
dalle Grandi Pianure padane,
ci si arriva comodi con la
macchina. E poi perché ci si
sente vivificati, ci sono
chiese e case da vedere,
quadri da scoprire, finestre,
legni odorosi, isole piccole e
vicinissime, aspre e gentili.
La Liguria non finisce mai di
stupire per il senso di
centralità che riesce a dare:
striscia di terra, non
riconosce vere terre lontano
da lei.
Il
Golfo dei Poeti circonda La
Spezia: città misconosciuta,
di marinai e sintonie militari
con Brest e Tolone. Città
curiosa perché si porta
dietro l'articolo: come
"Il Cairo",
"L'Avana" (ma non
carica dello stesso mistero
esotico, pur vantando
un'etimologia - falsa - legata
alle spezie dell'Oriente). Da
La Spezia si passa e si fugge:
struscio in via Chiodo,
un'occhiata all'Arsenale e ai
monti che la chiudono in una
conca, e via per Portovenere,
Lerici, Tellaro. Dintorni
d'incanto, una vera poesia,
per un centro ingiustamente
trascurato, al quale soltanto
l'occhio di un fotografo alla
Gabriele Basilico (anzi, solo
lui) potrebbe dare la forza di
un panorama significante.
Paesini e borghi che
punteggiano una costa tutta da
vedere, tutta da vivere.
Come
sempre, vale la pena di
lasciarsi trasportare dagli
incroci bizzarri del caso: e
allora una bettola, una nave
che taglia la luce, un
campanile rosa (a Tellaro,
appeso sul mare) fanno la
differenza. Se la sorte vi
avvicina a Portovenere, in una
giornata calma, mandate un
pensiero a Byron, una e-mail
mentale e di potenza
ultraterrena. Fategli sapere,
al romantico lord, che lo
vedete ancora oggi nuotare con
velocità sportiva, semidio
delle acque, dal
promontorio a San Terenzo
all'altro capo del Golfo, dove
abitava Shelley. E ricordatevi
che una leggenda, trascurabile
come tutte le dicerie, vuole
che il promontorio di
Portovenere - a dispetto di un
nome così peccaminoso, sia l'uttimo
confine dei viventi, dal quale
affacciarsi per scorgere
lontano l'Isola dei Beati. Ma
beati siete voi, noi, che
scoprite con la moderna
comodità i mille piaceri del
Golfo.
Per esempio le isole, piccole,
minuscole: sembrano tratte di
peso da un atlante di
geografia fantastica. Palmana,
nel suo limitato perimetro, ha
addirittura due mondi: un
versante orientale con calori
e colori mediterranei, l'altro
con scogliere a picco sul
mare. E su quest'isola l'uomo
ha trafficato, vissuto e
sognato fin dai tempi più
antichi. Oggi, se ci passate
qualche ora, o una sera
guardando le luci di
Portovenere, verrete
stuzzicati da profumi
fluttuanti di mirto, capperì,
timo. Conviene fermarsi a
mangiare, anche a dormire,
coccolando quello spirito
romantico - sia pure senza le
tempeste dell'originario
spirito Sturm und Drang - che
mette d'accordo il cuore con
la mente. In qualsiasi
stagione il Golfo è
accogliente, e il grande Mario
Soldati - è già stato messo,
come merita, tra i migliori
della nostra letteratura? -
ben lo sapeva quando appestava
di sigaro le strade di Tellaro,
giocava a carte con gli
ospiti, felice di starsene
ingarbugliato in un paradiso
in terra. Il Golfo e le
vicinanze, se pensate di
ficcarci il naso, non sono però
zona di languori lirici e
basta. Al panorama bello si
sposano i piaceri del gusto,
con una cucina tra le migliori
d'Italia, proprio perché
anche tra pentole e padelle si
mischiano le culture, i sapori
di ciò che presto sarà
Toscana ma è ancora Liguria.
Pesci, verdure, trionfi
di accostamenti. Il polpo, che
per una miracolosa alchimia di
alghe, qui è straordinario.
La
mesciua, un mischiamento di
ceci, erbe, e olio - si mangia
anche, simile, nel Maghreb, -
e vai a capire per quali
traffici di saraceni e corsari
- . E i muscol (i mitili)
allevati a La Spezia, non sono
forse buonissimi? Cosa
mangiano i poeti? Qui,
certo, non restano delusi: e
ci vuole un grande poeta, uno
stupendo frantoio di parole,
per tenere testa al piatto
fumante che arriva in tavola
qui vicino, mentre il sole
tramonta dietro il Tino e il
Tinetto.
Allora
andiamo per un fine settimana
da favola e mano alla
fotocamera digitale. Come
arrivare In automobile: da
Genova, Al2 Genova-Livorno; da
Parma, autostrada Al5; da
Roma, autostrada Firenze Mare
o superstrada fino a Livorno,
poi autostrada.
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